div id='fb-root'/> expr:class='"loading" + data:blog.mobileClass'>

Libri Precedenti

lunedì 10 ottobre 2016

Stagione 2 Episodio 31



- Mi dispiace molto! - mi fece un inchino il capitano - La seconda questione? -
Presi un profondo respiro - Una tregua nelle incursioni in città da parte di voi Crociati! -
Lui guardò la nave e rise nervoso - Questo è un po' più complicato di punire un adepto. - pensava davvero che stessi scherzando ma non era così.
Cercai di rimanere il più risoluto possibile - Perché? Ti basta solo ritirare gli uomini qui a Bellechase per un po'. Non mi sembra così complicato! -
- Ma noi abbiamo degli ordini e dobbiamo eseguirli. E poi per quanto tempo? - cercò di ironizzare. I suoi soldati fecero una debole risata.
Feci un altro respiro per scacciare la voglia di prenderlo a calci - Abbiamo una situazione particolarmente delicata in città e il vostro intervento ha solo peggiorato le cose. - non volevo rivelargli tutto per mantenere un minimo di controllo.
- Che tipo di situazione? - mi chiese smettendo di sorridere.
Guardai Valentine che mi fece sì con la testa - C'è un gruppo di streghe con strane capacità al limite del possibile in città. Sono molto potenti e pericolose, non voglio che altre persone muoiano per causa loro. - lo guardai negli occhi - Ti prego! - lo supplicai.
Nathan sospirò - So già di quelle streghe. Sulla loro potenza pensavo fossero esagerazioni di primini alla loro prima missione, e invece tu confermi tutto. Ma perché cerchi di salvare anche i miei uomini? Noi siamo tuoi nemici. -
Rimasi impietrito, non mi aspettavo quella domanda - Ecco... io e i miei compagni preferiamo salvare la vita alle persone piuttosto che toglierla. E questo vale per tutti incondizionatamente, quindi diamo a chiunque la possibilità di arrendersi. -
Lui a quelle parole si mise a ridere incredulo cercando lo sguardo dei suoi sottoposti che si unirono a lui di riflesso. La cosa non mi stupì affatto ma mi diede comunque fastidio. Nathan tornò a guardarmi, poco a poco la sua espressione cambiò e smise di ridere.
- Sei seria! - affermò stupito.
- Serissima! - confermai.
Nathan continuò a fissarmi avvicinandosi all'orecchio di uno dei soldati - Fa richiamare gli uomini, subito! - ordinò. Il marinaio lo guardò perplesso, poi fece il saluto e salì a bordo della nave.
Per un attimo non riuscii a credere di esserci riuscito così facilmente - Grazie! - gli feci un piccolo inchino.
- Non devi ringraziarmi. Hai ragione, il nostro intervento ha causato molte vittime in questi mesi senza dare risultati. E a quanto pare abbiamo lo stesso obbiettivo. Venite. - ci fece un gesto con la mano.
Valentine mi toccò la spalla - Evie, è una trappola. Non cascarci. - era terrorizzata.
La guardai negli occhi - Valentine, siamo due Matriarche ricordi? Ti serve sapere altro? -
Lei fece una smorfia come se avesse capito cosa intendessi. Guardai tutti gli altri che mi fecero un cenno con la testa, avevano accettato tutti.
Nathan ci fece da guida all'interno del cacciatorpediniere, in quei stretti corridoi ci si poteva perdere facilmente perché erano pressoché tutti uguali. Ogni marinaio che incrociavamo faceva il saluto al capitano e lo aggiornava su riparazioni e rifornimenti o sulla ronda giornaliera. Ma tutti, appena si accorgevano di noi, ci guardavano male, molto probabilmente non erano abituati ad avere delle streghe come ospiti a bordo. Dopo qualche svolta pendemmo delle scale e girammo a destra ritrovandoci sul ponte di comando.
Appena entrato Nathan una donna sulla ventina di colore lo annunciò con un sonoro - Capitano sul ponte! -
- Guardiamarina! - la salutò e lei tornò a lavorare sui monitor che aveva davanti.
Il ponte di comando era una camera con finestroni ampi e con visione a centottanta gradi, sparsi in modo strategico monitor di sonar, timoni e leve di cui ignoravo l'utilità. In tutto oltre a noi c'erano altre quattro persone che ci osservavano perplessi. Guardando fuori dai finestroni si potevano intravedere all'orizzonte i palazzi di New Orleans da quella altezza.
Nathan si girò verso di noi - Bene, ora siamo in un posto dove possiamo parlare apertamente. - fece un cenno ad un uomo robusto e che sembrava aver partecipato a molte battaglie.
L'uomo ricambiò il cenno e fece uscire un paio di soldati e chiuse le porte. Non nego di essere stato per un attimo in apprensione per quel gesto.
- Tranquilli è solo per avere un po' di privacy. Qui siamo tra gente fidata. - sospirò e continuò - Cominciammo dall'inizio. Qualche mese fa i nostri superiori ci hanno ordinato di localizzare e neutralizzare alcuni soggetti potenzialmente dannosi. - era seri in volto.
Francis sbuffò - Cioè trovare e ammazzare streghe pericolose! -
- Esattamente! - lo fissò Nathan - E tutto è iniziato dopo il Massacro della Città Dei Morti. -
- Capimmo che i responsabili erano delle streghe estremamente potenti e mandammo un rapporto ai nostri superiori. - specificò il guardiamarina.
- Sicuramente i capoccia se la sono fatta sotto e hanno lasciato a noi la patata bollente. - continuò l'uomo robusto.
La ragazza di colore si girò di scatto – Franck, sai benissimo che gli ordini dei superiori non si discutono! -
- Sì, sempre la solita storia... - rispose scontroso l'uomo.
Nathan si alzò dalla sedia di comando - Vicecomandante. Julia. Adesso basta! - ordinò a entrambi - Quello che cerchiamo di dirvi è che la tensione è sempre più alta anche tra i nostri ranghi per colpa di questa storia. - ci spiegò.
Annuii - Okay! -
- Una cosa non capisco. Con tutti questi uomini sotto il vostro comando non siete riusciti a trovare quattro persone? - chiese dubbiosa Valentine.
Sapevo che quella era una semplice provocazione perché più di chiunque altro era a conoscenza che se volevi scomparire New Orleans era perfetta.
Nathan cercò di rispondere ma Franck lo anticipò - Voi streghe pensate sia tutto facile perché avete capacità superiori ai normali esseri umani. Se fosse stato per me vi avrei sommersi sotto una pioggia di missili Tomahok e problema risolto. -
- E i civili innocenti? - ribatté Valentine.
- Come mi disse una volta una strega, effetti collaterali accettabili! - contraccambiò l'insolenza.
M girai prima che Valentine potesse dire qualcosa in più - Sbaglio o sento dell'astio verso di noi, cosa ti turba? - gli chiesi con sincerità.
Franck si avvicinò gonfiando i pettorali per sembrare più grosso - Mi turba il fatto che ci avete attaccati a testa bassa e che venti dei nostri siano morti. Mi turba che vi siate immolati con un attacco suicida al pari di terroristi pazzoidi. Mi turba la mancanza di rispetto per la vita vostra e quella altrui. Mi turba che non abbiate un'anima. - spiegò abbassando sempre di più il suo volto verso di me.
Agitai le mani per farlo tacere - Aspetta. Aspetta un momento. Stai parlando di qualche mese fa? -
- Sì. Quelle streghe hanno agito come se non fossero del tutto capaci di intendere o volere. - rispose Julia con un pizzico di timore.
- Combattevano nonostante gli mancassero arti o fossero stati crivellati di proiettili calibro cinquanta. Non avevo mai visto qualcosa del genere nella vita reale, solo nei film di zombie. L'unico modo per fermare quelle bestie fu quello di sparare loro in testa. - continuò Franck.
Nathan alzò le braccia - Ora sapete tutto! -
Guardai i miei compagni senza dire una parola, la situazione era peggiorata ulteriormente, era normale che ci fossero delle rappresaglie, ma quello che avevano descritto i Crociati era un vero e proprio atto di guerra. Gli equilibri del mondo delle streghe si era del tutto spezzato e regnava il caos più totale.
A quel pensiero mi sentii mancare, scrollai la testa ma peggiorai le cose. Mi misi una mano sulla fronte sperando mi passasse ma non funzionò. Nathan mi afferrò prima di cadere a terra.
Erik!” sentii urlare nella mia testa e subito il dolore cominciò ad affievolirsi.
Evaline, ma che cazzo...?” replicai senza far notare agli altri la mia conversazione interiore.
Scusami. Ho passato gli ultimi tre mesi a sbloccare la tua psiche dal dolore della perdita. Fortuna che toccando la Masamue hai riacquistato un po' di serenità interiore permettendomi di eliminare quella barriera psichica.” spiegò con il fiatone, era esausta.
Ecco perché non mi rispondevi da tre mesi, pensavo ti fossi stancata di me...” le risposi mentre Nathan mi rialzava in piedi.
Questo mai, ti starò sempre accanto! Ma i convenevoli a dopo. Ora devi avvertire tutti dell'attacco che sta per subire questa nave.” si sbrigò a dire.
Purtroppo non riuscii nemmeno a parlare che qualcosa impattò sullo scafo di poppa causando una fiammata e uno scossone così forte che dovemmo tenerci a qualcosa per non cadere a terra.




Per chi volesse contribuire in questo modo al blog:
Grazie in anticipo a chiunque voglia farlo ma, soprattutto, non sentitevi assolutamente in obbligo.




Nessun commento:

Posta un commento