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mercoledì 18 gennaio 2017

Stagione 2 Episodio 44




Valentine si girò verso di noi. Aveva la camicia e la faccia coperti di sangue e aveva il fiatone. Sembrava esausta, aveva parato l'onda d'energia con la telecinesi innalzando un muro e aperto la cassa toracica di Marcus ma non pensavo che potesse richiedere molti sforzi per una Matriarca come lei.
Mi sorrise. - A quanto pare stavolta ho esagerato un po'... - E si accasciò a terra priva di sensi.
Francis e Jolene corsero per portarle soccorso. - Non doveva trattenere anche gli altri quattro, ce l'avremo fatta anche noi contro di loro. - disse Jolene. - Non puoi esserne certa. Quelli sono gli stessi che ha affrontato Tiffany in palestra da Mei. Erano indubbiamente forti. - controbatté Francis. Jolene rimase in silenzio e si prodigò a pulire il viso a Valentine con un fazzoletto.
- Cavolo, quella tizia con la frangetta non scherza. - esclamò Hirina. Aveva lo sguardo affascinato mentre osservava Valentine.
- E dovresti vedere quando è incazzata. - replicai. - E tu chi sei? - le chiesi poi.
Lei conficcò la spada nel terreno: il calore della lama fece sciogliere il cemento e le piastrelle che scese come un coltello conficcato nel burro. Poi mi porse la mano. - Hirina, allieva della maestra Tiffany, piacere.
Le strinsi la mano. - Evaline, fidanzata di Tiffany, piacere mio, credo. - Mi voltai verso Tiffany. - Cosa? Maestra? -
- Storia lunga, te la racconto dopo. - provò a dire ma continuai a fissarla. - T... tu hai una figlia adottiva e io una allieva, siamo pari. - si lamentò. - Ora abbiamo un problema più urgente da risolvere. - Guardò il mostro che si stava muovendo.
Per un attimo avevo temuto che la creatura si rialzasse e ci attaccasse, poi però, da sotto la testa, era sbucata una mano. Dopo qualche secondo l'uomo dalla testa pelata alzò di peso il capo della creatura e gettandola di lato. Aveva solo la narice destra sanguinante.
È ancora vivo? pensai incredulo. - Quel tizio non molla. - sbottai.
Tiffany avanzò e si frappose tra me e l'uomo. - Se permetti, vorrei pensarci io.
- Tifa, no. Ti ho appena ritrovata, non ho intenzione di perderti di nuovo. - le risposi. Lei girò il volto verso di me e sorrise. Capii improvvisamente che le mie paure erano infondate e che dovevo fidarmi di lei. - D'accordo. Ma la promessa che mi hai fatto un anno fa è ancora valida: non morire. - le ordinai infine.
- Tranquilla amore, ci metterò un attimo! - mi fece l'occhiolino. Notai che il suo sguardo era in qualche modo cambiato, aveva un luccichio innaturale. Era come se fosse entrata in Trance.
No, non è possibile! Lei non è una Matriarca. Strabuzzai gli occhi.
Invece è possibile. Controlla la sua forza vitale. È impressionante quanto sia forte. Sentivo che anche Evaline era rimasta stupefatta da quello che vedeva.
Mi concentrai sulla forza vitale di Tiffany e subito capii cosa intendesse dire Evaline: la sfera che delineava il centro di quella forza, all'altezza dell'ombelico, era così grande che copriva quasi interamente la sagoma della ragazza.
È una Matriarca... Feci nella mia testa. Quella ragazza è davvero incredibile! Sorrise Evaline.
L'avversario di Tiffany si portò davanti a lei e si mise a ridere. - Vuoi batterti solo tu?
- Sì, questo è il piano. - rispose lei facendo stretching alle gambe.
L'uomo rise incredulo. - Cosa vorresti fare scusa?
- Voglio farti molto male. Spero di non ucciderti, ma dubito fortemente di riuscire a trattenermi fino a quel punto, devo ancora abituarmi a questa forza. - Sorrise terminando i suoi esercizi.
- Tu sei pazza. Sai che io sono indistruttibile? Cento anime si sono sacrificate per darmi questa invulnerabilità, non posso essere ferito. E tu non puoi uccidermi. - sbraitò furioso l'uomo.
- Come ti chiami? - gli chiese lei.
- Kirant. - rispose lui.
- Bé, Kirant, indubbiamente sei molto resistente, sei sopravvissuto ad una testata di quella cosa... - Indicò la creatura. - Ma non sei per niente indistruttibile. - dichiarò Tiffany. Poi si mise in guardia.
Kirant sbuffò. - E cosa te lo fa pensare?
Tiffany scattò in avanti con una velocità che a stento riuscii a vederla ed entrò nella guardia del suo avversario e si fermò a guardarlo. - Dal fatto che stai sanguinando dal naso.
Lui, preso alla sprovvista, provò a reagire ma era troppo tardi. Tiffany tirò un diretto in faccia a Kirant e subito dopo sparì dalla mia vista. Quasi contemporaneamente una colonna in cemento si sgretolò alzando una nuvola di polvere.
Provai a percepire la forza vitale di Kirant ma non sentii nulla. Dopo pochi istanti la polvere si diradò rivelando il destino che l'uomo indistruttibile aveva subito: il suo collo era girato a centottanta gradi e dal quantitativo di sangue che stava uscendo dal viso, molto probabilmente non aveva più una faccia. La sua gamba destra aveva spasmi involontari, era morto sul colpo.
L'intero ambiente rimase in silenzio. Un solo colpo. Lo ha ucciso con un solo colpo. mi disse Evaline stupefatta. Ho visto. risposi sorpreso quanto lei.
- Poveretta chi se la porta a letto... - sussurrò Jolene.
Alzai timidamente la mano. - Sono io quella poveretta.
- Lo so. - Rise sotto i baffi. La guardai male in risposta e lei fece spallucce.
Tiffany si girò verso di me sorridendo. - Visto? Penso che Kirant non potrà fare più male a nessuno.
- Sì ho visto, ma non dovresti dare le spalle al nemico. - le risposi preoccupato.
- Chi? - Si girò verso Arthur. - Quel tizio vestito con un dubbioso stile rock anni ottanta? È in catalessi da quando siamo arrivate io ed Hirina. - sorrise Tiffany.
- Di chi parli, maestra? - chiese la ragazza. Osservò attentamente Arthur, poi la sua espressione cambiò di colpo, era infuriata. - Arthur... tu... maledetto bastardo.
- Lo conosci?
Hirina afferrò la spada che aveva conficcato nel terreno e la estrasse dal terreno. - Puoi scommetterci che lo conosco, è mio cugino. Quel maledetto ha ucciso e rubato le capacità dell'intero clan Asath per diventare sempre più forte. È una vita che lo cerco. Lo avevo trovato mesi fa. Poi un suo amico, Emris, mi ha esiliata a Samat dove ho incontrato la maestra Tiffany. - La spada era tornata ad essere un tizzone ardente.
- Emris? Quindi Emris era un loro compagno? - Guardai Tiffany che aveva l'espressione corrucciata. - Ho capito, storia lunga. Comunque, mi dispiace ma quel figlio di puttana è mio.
- Cos...? No, non esiste. Ti farai ammazzare se lo affronti. Io sono l'unica in grado di penetrare la sua barriera invisibile. - spiegò.
Per un istante tornai con la memoria alla sera in cui Mei aveva combattuto contro Arthur e di come non era riuscito a colpirlo nemmeno una volta nonostante la superiorità di forza. Ragionai su quale potere potesse dare ad Arthur una tale protezione. Poi ricordai un programma di Discovery Channel. Ho un piano! decretai.
Sì, con un potere come quello di Hirina possiamo vincere. confermò Evaline.
Sospirai per trattenere la risata, alla fine era una cosa così stupido che per poco non svelavo il piano.
- D'accordo. Allora facciamo così: chi prima arriva meglio alloggia, senza intralciarci a vicenda. Ti sta bene? - Le porsi la mano per suggellare l'accordo.
Hirina mi strinse la mano. - Che vinca la migliore... Cioè io. - E si lanciò verso Arthur che si era messo in guardia.




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