3 Luglio 1965
Passammo i
successivi quattro anni a cercare di smontare l'organizzazione di
Ziegler pezzo dopo pezzo: tra bande e trafficanti avevamo mandato in
carcere centinaia di malviventi. Era ormai alle strette e, grazie
alle soffiate di persone che avevamo salvato, avevamo capito che
aveva agganci con Chan Fung.
Scoprimmo
subito dove si trovava la base di Chan Fung, un palazzo a sei piani,
più lungo che alto con fronzoli in stile ottocentesco nella facciata
esteriore. Appena entrati decine di uomini ci attaccarono con varie
armi da corpo a corpo. Riuscimmo a fatica a sistemarli tutti, molti
erano morti durante lo scontro, tutti gli altri feriti gravemente.
Aprimmo la
prima porta a due ante sulla destra trovandoci davanti Juren, una
delle guardie del corpo di Chan Fung e abilissima Strega Combattente.
- Li avete
battuti tutti, notevole. - fece lui.
- Grazie. Un
ottimo riscaldamento per affrontare meglio voi marionette di quel
matusalemme di Chan Fung. - rispose Joseph.
- In ogni caso
non andrete oltre. - ribatté Juren.
- Ma davvero
volete proteggere un nazista? - gli chiesi ancora incredula.
- Io eseguo
semplicemente gli ordini, il resto non mi interessa. - rispose Juren
con la sua voce bassa e rauca.
Mei e Samari si
guardarono. - Sei pronto vecchio mio? - chiese lei.
Mei le sorrise.
- Sì, prontissimo! Voi tre, appena lo distraiamo, proseguite senza
di noi. - ci ordinò infine. Era un pessimo piano, lo avevo già
visto in passato con Evaline, ma dovevamo raggiungere Chan Fung prima
che potesse scappare.
Mei e Samari si
gettarono contro Juren con tutta la loro forza dandoci la possibilità
di raggiungere la seconda porta ed entrare nella seconda stanza.
Shandian era
davanti alla terza porta, la Strega Elementale non disse una parola.
Senza indugiare Joseph e Akemi estrassero di nuovo le loro armi e
attaccarono il maestro del tuono. I loro colpi erano ben coordinati
ma dovetti aspettare qualche minuto per sfruttare il momento giusto.
Quando Shandian si spostò dalla porta per evitare un affondo di
Joseph, scattai e raggiunsi velocemente la porta ed infine la aprii.
Al di la della
terza porta c'era Lohn, una Strega Combattente esperta di spade, con
in mano le sue armi. Io impugnavo uno stocco e lo sapevo usare bene
grazie alle continue lezioni di Akemi e Joseph. Non avevo tempo da
perdere quindi lo attaccai cercando di colpirlo in punti vitali ma
lui era evidentemente più forte e riuscì a parare tutti i miei
colpi e a contrattaccare colpendomi con l'elsa di una delle spade. Io
finii a terra tramortita ma ancora cosciente. Mi girava la testa ma
riconobbi la figura dell'uomo che si avvicinava per darmi il colpo di
grazia.
Mi dispiace
Evaline, ho fatto quello che ho potuto, pensai rassegnata.
Lohn stava per
trafiggermi al petto quando una donna irruppe nella stanza e lo
attaccò. Lohn fece alcuni passi indietro per evitare il colpo. Akemi
si mise in guardia frapponendosi tra me e l'uomo.
Io cominciai a
strisciare per allontanarmi il più possibile, le mie scarse abilità
sarebbero state d'intralcio alla mia amica. Notai anche che Akemi
aveva il fiato corto ma riusciva comunque a mantenere una postura
impeccabile.
- Pensi di
potermi battere? - le chiese Lohn.
- Non lo so. La
tua fama ti precede valoroso Lohn. - rispose Akemi, poi fece una
pausa per prendere fiato e continuò. - Ma non lascerò che tu uccida
la mia amica.
Lui si mise a
ridere. - Bene, allora fatti avanti, spadaccina.
Akemi lo prese
in parola e lo attaccò con colpi decisi e mirati. Questa volta,
però, Lohn era preparato e parò contrattaccando con precisione
quasi perfetta. Sembrava stesse giocando con la ragazza ma lei,
appena prima di allontanarsi, riuscì a ferirlo a un braccio.
- A quanto pare
sono abbastanza abile da ferirti. - rise Akemi.
Lohn si guardò
la ferita. - Una piccola distrazione, non capiterà di nuovo. - Il
suo viso si era arrossato dalla rabbia.
In quel momento
entrarono anche Mei e Joseph seguiti a ruota da Samari che era
ricoperta di polvere. Stavano per intervenire ma un'ondata di
scariche elettriche li investì facendoli cadere a terra paralizzati.
Akemi provò a
soccorrerli ma Lohn la blocco frapponendosi tra lei e loro.
- Levati di
mezzo! - sbraitò la ragazza cercando invano di colpirlo.
Lohn fece finta
di pensare. - No, non lo farò. - E parò facilmente il colpo
laterale.
Akemi continuò
ad attaccarlo con tecniche di spada giapponese perfette ma lui
riusciva a parare ogni fendente con discreta semplicità. Non
sembrava più divertito, anzi, stava aspettando l'occasione giusta
per colpirla.
Akemi era
riuscita a ferirlo sulla guancia e alla gamba ma l'uomo sembrava non
risentirne, era come se non sentisse dolore.
Guardai verso
il resto del gruppo ma erano ancora storditi ma Mei cercava di
strisciare verso sua moglie.
Akemi si
allontanò dal suo avversario e si mise subito in guardia, era madida
di sudore e il suo respiro era più irregolare di prima.
- Sei stanca?
Vuoi fare una pausa? - le chiese Lohn. - Non te l'hanno detto i tuoi
maestri che in una battaglia non si fanno pause? - urlò l'uomo
scattando in avanti provando a colpire la mia amica.
Akemi provò un
affondo che arrivò a segno, il ventre di Lohn cominciò a perdere
sangue e lui si fermò a guardarla. - Hai visto? Sono più forte di
te, sommo Lohn. - gli ringhiò lei.
- Ho visto. Ma
pensi davvero che questo possa uccidermi? - le chiese lui senza alcun
cenno di dolore e avanzando sul filo della katana.
Poi sentii un
gemito da parte di Akemi che rimase immobile per un istante, poi si
piegò e cadde a terra. Il sangue sgorgava a fiotti dalla pancia di
entrambi creando una pozzanghera rossa attorno alla ragazza.
Mei era in
preda al panico e cercava frenetico di raggiungere Akemi. Io ero
paralizzata dal terrore Joseph e Samari avevano il capo sul pavimento
distrutti.
- Ora lascerete
in pace il signor Ziegler, vero? - disse Lohn estraendo la Honjo
Masamune dal suo stomaco come se niente fosse. - E se cercavate il
nostro signore Chan Fung, non è mai stato qui. Era solo una piccola
trappola per voi Leggende. - E lasciò cadere a terra la
katana. Poi estrasse la spada dal corpo della mia amica e, assieme a
Juren e Shandian, se ne andò ridendo.
Dopo alcuni
minuti di silenzio Mei riuscì a raggiungere Akemi e provò a fermare
in sangue senza successo. La disperazione che provava si tramutò in
un urlo agghiacciante pieno di dolore e rassegnazione.
In quel momento
compresi che la mia migliore amica non si sarebbe mai più alzata,
capii che era morta. Quel giorno i cattivi avevano vinto mentre i
buoni erano stati totalmente distrutti.
Nessun commento:
Posta un commento