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mercoledì 22 novembre 2017

[Spinoff] Episodio 12



Due giorni dopo, come previsto, i ragazzi mi mandarono un messaggio: Abbiamo trovato un modo per colpire il loro traffico di prostitute.
Mi stupii del fatto che fossero stati così veloci a trovare collegamenti di quel tipo con una compagnia fantasma. Persino io, con tutto quello che sapevo, ero ancora a un punto morto.
Presi le mie due pistole, ancora non mi fidavo del tutto di loro, la giacca in pelle e raggiunsi il loro covo. Quando aprii la porta li trovai tutti lì a smanettare con le tastiere e il mouse e a correre da una parte all'altra dell'ambiente.
- Buongiorno... o buonasera, dipende da che ora è - mi salutò Amita.
- È giorno... - la guardai perplessa. Dalle occhiaie che aveva capii che non aveva dormito molto nei due giorni che li avevo lasciati soli. Anche Den e Alan aveano gli stessi segni di stanchezza.
- Oh, ecco perché mi gira la testa. Pazienza - alzò le spalle lei.
- Allora, come facciamo a fermare quel cartello? - chiesi per sbrigarmi e lasciarli riposare.
- Bonjuor, cherie. Se abbiamo a che fare con dei porci colpiamo nelle parti basse - rispose Warren che finalmente mi aveva vista.
- Cosa? - continuai a chiedere.
- Intendeva dire che dobbiamo colpire il capo di quel traffico - spiegò Amita.
- Okay, quindi chi è? - Ero impaziente di togliere di mezzo altra spazzatura.
Amita mi guardò storta, non sembrava convinta del mio comportamento. - Si chiama Shon Metter ed è un vero bastardo. La sua copertura da regista porno mi fa venire il voltastomaco
- Ottima copertura, entrano ed escono continuamente ragazze e nessuno potrebbe sospettare nulla. - ragionai ad alta voce.
- Esatto. E non è tutto. Appena una ragazza nuova arriva sotto la sua ala protettrice le fa picchiare e le inizia alla droga così da poterle controllare. In più produce davvero dei porno che vanno dal classico sadomaso al BDSM più squallido - spiegò Warren continuando ad usare il mouse.
Poi mi fece vedere un video di una ragazzina poco più grande di Jolene legata al soffitto con delle manette e imbavagliata, presa a frustate sulla schiena, bastonata con un manganello e sfregiata con un coltello militare da un uomo con addosso una maschera in cuoio e la pancia prominente. Capii che quella non era una recita dai movimenti della ragazza dal movimento di camera, praticamente immobile, e dal sangue che sgorgava da ferite reali. Capii anche che l'uomo era euforico nel far del male a quella povera ragazza.
- Figlio di puttana! - esclamai con una mano sulla bocca.
- Su questo siamo d'accordo. Una mia amica ha rischiato il coma per colpa di quel maledetto bastardo. La sua faccia è irriconoscibile. L'hanno tagliata, pestata e, per finire, le hanno gettato dell'acido in faccia. E indovina? Era solo un provino... - disse Amita mordicchiandosi le unghie.
Questo bastardo, assieme ai suoi amichetti, meritano una punizione esemplare, esultai nella mia testa.
Estrassi le pistole e controllai per l'ennesima volta le pistole e i caricatori. Mi guardai nelle tasche e feci un sospiro di sollievo quando sentii con le dita il silenziatore.
- Cosa hai intenzione di fare? - chiese timidamente Alan.
Io gli sorrisi. - Farò in modo che non facciano più male a nessuno.
- Quindi vuoi fare secco Matter? - mi chiese Den.
- Sì, voglio farlo fuori. Ora, mi date l'indirizzo dello studio cinematografico o me lo devo prendere da sola? - gli intimai. Era inutile, quel ragazzo non mi piaceva per niente.
- Te lo abbiamo già detto, noi non uccidiamo nessuno. Sei sorda per caso? - continuò Den.
- Ha ragione! - sbottò Amita. Aveva lo sguardo rivolto al pavimento.
Den incrociò le braccia. - Sentito?
- No, Den. Ha ragione lei. - Den la guardò stupito ma Amita fece finta di niente e continuò. - Se non lo fermiamo del tutto altre ragazze finiranno uccise... o peggio.
- Ma... - provò a replicare Den ma lo fermai.
- Tranquillo, non sarete voi a uccidere ma io. E solo io avrò quel sangue sulle mie mani. - cercai di spiegargli.
Alan si intromise con un debole colpo di tosse. - U-ucciderlo non servirà a n-nulla. Prima... prima bisogna smascherare i suoi traffici... e poi potrai... - fece un cenno con la testa per farmi capire cosa volesse dire.
- Quindi, qual è il piano? - gli chiesi.
Alan rimase qualche secondo a fissarmi, poi corse alla sua postazione, prese una chiavetta, la inserì nel suo portatile e fece scaricare qualcosa. - Ecco qua. Inserisci questa nel pc di Shon Matter e noi potremo registrare attraverso qualsiasi videocamera del complesso. Se riuscissi a fargli confessare tutto di sua spontanea volontà sarebbe perfetto.
Presi la chiavetta con la bocca aperta, ero stupita di quanto fosse in gamba quel ragazzo. - Ottimo. Se sei tu a chiedere lo farò di sicuro - gli sorrisi.
Lui alzò la mano e mi fece il pollice in su. - Come ha detto Kaileena, non saremo noi a uccidere quel figlio di prostituta. - disse e tornò a guardare il monitor.



Per chi volesse contribuire in questo modo all'editing dei libri: Grazie mille.


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