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mercoledì 7 marzo 2018

[Spinoff] Episodio 27

 Nei giorni successivi ricevemmo un pacco dalla Coalizione del Bayou con all'interno tutto il materiale di Chuck sulla Thuleyman Corporation.
- Davvero gentili questi della Coalizione - fece Warren.
- Credo sia una ricompensa per averi liberati - lo corressi.
Ci mettemmo subito al lavoro, io controllai la documentazione cartacea e Amita, Warren e Alan i numerosi file di hard-disck e schede DS della scatola.
Dopo file su file praticamente inutili Alan trovò qualcosa. - Ragazzi, venite a vedere questo video - ci fece.
- Cos'è, l'ennesimo video sulle tette nude di ragazze ubriache sui carri? - chiese Warren.
- Purtroppo no - rispose Alan.
Warren lo guardò sorpreso dalla sua risposta mentre io e Amita ci avvicinavamo per guardare.
- Che c'è? Anche a me piacciono le forme femminili - disse Alan poi premette play.
Il video iniziava con un'entrata simile a quella di un castello o un fortino in mattoni con grata in ferro e torri di guardia ai lati. Il cortile interno era completamente asfaltato e al posto del mastio c'era un caseggiato di due piani. Chuck attraversò un portone in legno antico e si ritrovò in un grande salone e disseminate ovunque c'erano delle vasche trasparenti con un liquido blu scuro. Alcuni tubi viola andavano dalle macchine poste in alto e finivano dentro alle vasche. La risoluzione era pessima.
- Questo è tutto? - chiese Amita.
- Beh, sì. Ma grazie a questo video sappiamo che potrebbe essere in quel posto, ci basta solo trovarlo. - rispose Alan.
- In pratica non abbiamo niente - sbraitò Amita e gettando i suoi appunti a terra.
Io riguardai il video e stoppai arrivata alle vasche. - Aspetta, cosa contengono? - le indicai.
- Da quello che vedo, hanno l'altezza media di un essere umano, forse poco più grande. E l'ombra che appena si intravede qui indica che qualcosa di umanoide viene tenuta al suo interno. Penso che quei tubi servano a iniettare qualcosa a qualcuno - rispose Alan.
Esperimenti su streghe? Se è così, in quel posto ci sono almeno una ventina di vasche, pensai con un brivido di terrore. Avevo sentito come Tiffany avesse affrontato una strega impazzita in Bourbon Street, tre agenti e una donna erano stati letteralmente fatti a pezzi.
- Qualunque cosa stessero facendo di sicuro viola la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - fece Warren risvegliandomi dal pensiero di un'invasione di streghe impazzite.
- Nel mondo delle streghe quei diritti valgono quanto la carta su cui sono stati scritti, ossia nulla. Il problema è: cosa stanno facendo esattamente e cos'è quel liquido viola nei tubi? - mi chiesi ad alta voce.
- Niente di buono. Non raccatti così tanta gente per poi non farci nulla - rimarcò l'ovvio Amita.
- Deduco che l'unico modo per saperne di più sia andare a vedere di persona - fece Alan.
Dalla struttura architettonica sembrava essere un fortino della guerra D'Indipendenza riconvertito negli anni cinquanta a fabbrica di qualche tipo. Da quel che ricordavo strutture del genere erano sparse nei punti nevralgici e strategici dello stato, e quello in particolare era stato costruito in periferia come supporto alla città di New Orleans. Il problema era che forse era diventato la base principale nemica visto che Chuck si era prodigato a girare un video della struttura. In più, in quanto fortino, poteva essere difeso facilmente e con pochi uomini fidati.
- È troppo pericoloso... - provai a dire.
- Se Chuck cerca un posto dove nascondersi allora un fortino inquietante sarebbe perfetto. È ben difeso e lontano dalla città, il che da anche molta privacy. - mi sovrastò Amita.
Non potevo dire di no, sospirai rassegnata. - Okay, ma solo ricognizione e da debita distanza. Sarebbe un suicidio ingaggiare battaglia senza nessuna informazione e dobbiamo decidere cosa fare nel caso il nostro obbiettivo non si trovasse lì.
- Tranquilla, ci penso io. C'è molto altro materiale da controllare - rispose Alan.
- D'accordo. - Estrassi una delle mie pistole e la diedi a Amita. - Se qualcuno che non sia io... - Warren si schiarì la voce per attirare l'attenzione, per un attimo sperai che si fosse dimenticato della promessa di portarlo con me. - O Warren, prima ficcagli una pallottola in testa e poi fai le domande, okay?
Lei prese l'arma senza esitare. - Okay! - rispose secca. Il suo comportamento era un problema, speravo solo che la situazione non le sfuggisse di mano. 

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